Adriano Panatta non riesce a trattenere l’impazienza

Adriano Panatta non riesce a trattenere l’impazienza: prima ancora di sedersi al tavolo chiede “Abbiamo finito?”. Paolo Bertolucci, invece, sembra essersi trasformato in un vero viveur; al suo fianco, Panatta lo guarda tra il divertito e il preoccupato, osservando che “lui che era sempre così schivo… deve essere stato infettato da qualche virus”. È nella sede di Sky che i due ex campioni si ritrovano per registrare una nuova puntata della serie *Tennis Heroes*, pronti a raccontare le loro imprese sul campo.

Il loro nome è sinonimo di leggende del tennis italiano. Nel periodo dell’era Open, Adriano Panatta rimane l’unico italiano ad aver conquistato nello stesso anno gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros, una impresa che ha segnato la storia del grande slam. In doppio, la coppia Panatta‑Bertolucci ha collezionato dodici titoli su diciannove finali, dimostrando una sintonia quasi innata. Il loro successo si è riflettuto anche nella classifica mondiale, dove Panatta ha raggiunto il quarto posto e Bertolucci il dodicesimo, posizioni che testimoniano l’eccezionalità del loro talento.

Il punto più alto della loro carriera è però rappresentato dalla vittoria storica nella Coppa Davis del 1976, un trionfo narrato nel documentario *Una squadra* di Domenico Procacci. “Non è che prima eravamo finiti nel dimenticatoio”, ammette Bertolucci, “certo, l’uscita di quel doc e il momento d’oro del tennis italiano ci ha rimesso al centro dell’attenzione”. Oggi, i due amici commentano le sfide di oggi con la consueta mescolanza di tecnica e ironia, sia nei loro interventi televisivi sia nel podcast *La telefonata*, che è ormai diventato un libro in cui ripercorrono le conversazioni sui quattro Slam del 2025.

Tra le chiacchierate più recenti, Bertolucci ricorda l’ultima telefonata: “Quella per la chiusura degli US Open”. Panatta ribatte con un sorriso, “Ma se ci siamo sentiti stamattina per metterci d’accordo per oggi?”. “Sì, io intendevo quella tennistica. Adriano non si ricorda mai niente. Ha una certa età…”, conclude Bertolucci, confermando che, nonostante gli anni, la loro complicità resta intatta e la passione per il tennis continua a intrecciare le loro storie, così come il racconto della loro straordinaria avventura sportiva.


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